Symphony X | Underworld |
Genere | Progressive Metal |
Etichetta | Nuclear Blast / Audioglobe |
Anno | 2015 |
Voto ROCK ON | 7,5 |
Track Listing:
01. Overture
02. Nevermore
03. Underworld
04. Without You
05. Kiss Of Fire
06. Charon
07. Hell And Back
08. In My Darkest Hour
09. Run With The Devil
10. Swansong
11. Legend
Ci sono voluti quattro, (troppo!!) lunghi anni d’attesa. Che non han fatto altro che aumentare le aspettative e le mie ricerche (spesso notturne) sui vari siti e socials, in cerca di una qualsiasi informazione su di una delle mie band preferite, di tutti i tempi. Attesa probailmente causata anche dai problemi di salute di Jason Rullo (infarto), e del mitico Mike LePond (morbo di Chron), nonchè dai vari side project che hanno impegnato non solo Russel Allen, ma pure il succitato LePond (con i suoi Silent Assassins). Un’attesa rotta solamente dagli antipasti offerti dalla Nuclear Blast con i due singoli, l’omonima “Nevermore” e “Without You”, che solamente ad un primo, pigro, impatto avevano destato qualche piccola perplessità, ma che, invece, una volta entrati nelle orecchie e nella mia testa, mi hanno conquistato l’anima. Vi son piaciuti “Iconoclast” e ” Paradise Lost”? Questo “Underworld” è addirittura migliore, e difficilmente ne rimarrete delusi, in quanto risulta ancor più ispirato e piacevole. Come da clichè i dischi dei Symphony X non sono una semplice e mera raccolta di canzoni, vi prendono per mano e vi conducono verso un viaggio fantastico ed introspettivo. Dalle precedenti rappresentazioni celebranti la mitologia greca o quella nordica, la band americana ha deciso ora di condurci in undici diversi viaggi in un’oltretomba a noi italiani ben noto: l’Inferno dantesco, in un misto tra letteratura e leggenda. In questo immaginario cammino negli inferi troverete di tutto e di più, sin dalla breve ma splendida “Overture” L’anima drammatica della splendida voce di Allen, la classe cristallina di Michael Romeo, LePond e Rullo che dialogano che è un piacere, gli inconfondibili assoli di tastiera (meno “barocca” se proprio vogliamo) di Pinella. Durante il viaggio, o meglio, l’ascolto di questo album, noterete subito i suoni di chitarra downtuned, le orchestrazioni incattivite, i riff granitici, e non mancheranno le solite, magiche, melodie ed i ritornelli super catchy: l’inconfondibile marchio di fabbrica dei maestri del New Jersey. Un trademark già ben delineato sin dagli inizi della loro carriera, facendo distinguere i Symphony X nettamente pure dagli altri capostipiti del panorama progressive metal: Dream Theater, Fates Warning, Queensryche, ecc… Mi rimane difficile valutare immediatamente qual’è la canzone migliore di tutto il platter. Forse “Kiss Of Fire“, “Charon“, (tra i i pezzi più heavy e cupi), “To Hell and Back”, (in cui le tastiere vi riporteranno alle origini della band statunitense), o la doppia cassa abbondante della bellissima “In My Darkest Hour”, oppure la splendida titletrack “Nevermore“, o la semi ballad “Without You“, altra gran prova vocale ed espressiva di Allen?? O l’adorabile suite “To Hell And Back“?
Anche perchè solamente dopo un paio di ascolti, matureranno delle sfaccetature, assaporerete degli ingredienti semi nascosti che solo Romeo e compagni son capaci di regalarvi, vi rimarrà in bocca un piacevole retrogusto.
“Legend” chiude in maniera sublime l’album, scacciando ogni piccolo dubbio di trovarci qualche “filler”, qualche riempitivo che, in realtà, appartiene a lavori di band ben inferiori ai nostri; o sperimentazioni più care ai loro progetti paralleli o ai più moderni (ma molto meno efficaci e piacevoli) Adrenaline Mob, tanto per fare qualche nome.Forse se proprio dobbiamo trovare il classico pelo, non piacerà proprio a tutti (soprattutto ai vecchi fans) il loro sound “incattivito”, vicino a sonorità più thrash, piuttosto che alle sfumature più progressive e complicate dei loro albori. E forse anche la copertina è mediocre…ma, come sempre, è questione di gusti… Per quanto mi riguarda, a me non resta altro, che riattaccare di nuovo, dal primo brano, contento ed appagato: la lunga attesa, troppo lunga, per un fan come me della prima ora dei Symphony X, è stata ripagata appieno.
Soprattutto grazie a lui. Il Sommo Virgilio, pardon, Russell Allen, che sembra migliorare invecchiando, come il vino, o meglio, una bottiglia di Jack Daniels (considerate le preferenze alcoliche dello stesso…) La sua performance canora è eccellente. Calda, aggressiva al punto giusto, devastante, a tratti solenne, coinvolgente dall’inizio alla fine. Non me vogliate per l’accostamento con un altro mito. Ma considerato lo stato di forma di Monsieur LaBrie che abbiamo visto (…non ammirato, solo visto) recentemente in azione durante i Festival Estivi in cui Rock On era ben presente in prima fila…dicevo il buon Russel vince impietosamente il confronto! E forse, anche per questo, non vedo l’ora di rivedermi i “Sinfonix” prendermi a calci nel didietro, al più presto, su qualche palco (magari italiano). Anche per gustarmi dal vivo queste delizie, già sparate a tutto volume nelle mie orecchie per decine e decine di volte di seguito con crescente entusiasmo. Sicuramente in sede live le stesse risulteranno, ancor più aggressive, cupe e potenti.
Benvenuti all’Inferno.