Alice CooperAlice Cooper diverte e strapazza Lubiana: l’horror comico a suon di hard rock
Macabro, divertente e allo stesso tempo molto spettacolare, sicuramente carico di energia e dai ritmi alti e costanti, è in sintesi il commento alla performance offerta da Alice Cooper al Dvorana Tivoli di Lubiana.
Con circa una quindicina di minuti di ritardo sull’orario previsto, è andata in scena quella che potremmo definire più un’opera rock o un musical hard rock, che a un semplice concerto, visto tutti gli elementi scenici che hanno caratterizzato l’intera performance, quali bambole, mostri, costumi insanguinati, una macchina elettrica, e persino una ghigliottina con tanto di taglio della testa finale, il tutto naturalmente sotto un trucco facciale dalle sembianze cadaveriche, autentico marchio di fabbrica del cantante e molto caro ai fans, a giudicare dalle repliche in platea e sugli spalti .
Poco più di venti le canzoni proposte da Alice Cooper – all’anagrafe Vincent Damon Furnier, classe 1948 – nel corso dei 90 minuti previsti al Dvorana Tivoli che ha dimostrato di gradire l’intera performance vista la viva partecipazione, specialmente da parte del pubblico in parterre, pur senza aver registrato il sold out, uno di quei tanti caso dove gli assenti hanno avuto comunque torto.
Tra i brani della scaletta, non sono mancate le hits come “No more Mr. nice guy”, “Woman of mass destruction”, “Feed my Frankenstein”, “Killer” e “”Under my wheels” mentre “Poison”, preceduta da un assolo alla chitarra della bravissima oltre che bellissima chitarrista californiana Nita Strauss, che ha volutamente messo a dura prova le orecchie della platea, è stata sicuramente tra le canzoni più apprezzate della serata.
Supportato costantemente da un’ottima band di cinque elementi – Nita Strauss, Ryan Roxie, Tommy Henriksen, Chuck Garric e Glen Sobel – , che nell’arco della serata ha avuto la possibilità di dimostrare tutta la propria bravura grazie ad ampi spazi opportunamente studiati anche per consentire i numerosi cambi di costume del cantante, lo spettacolo non ha registrato minimamente cali di tensione, tenendo sempre livello e partecipazione del pubblico molto alta.
E, se il cantante statunitense non si è prodigato più di tanto a parole nel relazionarsi con i fans, li ha comunque ripagati con il suo atteggiamento provocatore e a tratti istrionico, sempre a suon di musica hard rock con più di qualche sconfinamento nel metal, spinta letteralmente sull’acceleratore senza sosta, eccezion fatta per l’unica canzone più soft dell’intera serata, “Only woman bleed” .
Tra bambole di gomma e mostri rigenerati da macchine impossibili, cambi di costumi e di scena, non sono mancati comunque momenti toccanti con gli omaggi musicali agli scomparsi Keith Moon, Jimi Hendrix (Fire), David Bowie (Suffragette city) e Lemmy Kilmister (Ace of Spades), oltre alle cover degli Who (Pinball Wizard) e dei Pink Floyd (Another brick in the wall), quest’ultima all’interno della canzone “School’s out”, e che ben si sono inserite nell’intero contesto dello spettacolo.
A chiudere la serata, l’unico bis, “Elected” (1997), rappresentata da due attori con le sembianze di Hillary Clinton e Donald Trump per una lotta elettorale molto fisica e poco verbale, che non ha risparmiato colpi bassi e dunque scorretta – ma la realtà è così poi tanto diversa? – naturalmente sotto la regia divertita del cantante di Detroit, vestito per l’occasione con giacca e tuba a stelle e strisce.
Per una serata dunque, la vita, la morte e i miracoli di Alice Cooper, un cantante eclettico e trasformista che, a dispetto di suoi 68 anni, dimostra di avere tanta energia e ancora una voce in grado di coinvolgere il pubblico, al di là degli stravaganti costumi e trucchi di scena per una narrativa zombie horror sempre piacevole, uno spettacolo nello spettacolo.
Mamma, ho visto Alice Cooper, niente sarà più come prima.

Roberto Alessio per www.radiocitytrieste.it