UDINE – In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un notevole aumento di apparizioni sulla scena da parte di tribute band e spettacoli celebrativi.
Non credo sia il caso di parlare di fenomeno, ma certamente questa proposta si è fatta spazio in modo sempre più evidente entrando nel giro degli eventi e riempiendo le piazze.
La storia delle tribute band, ad ogni modo, è roba vecchia, che comunque, poco più di dieci anni fa, ha iniziato a bollire in pentola, dopo altrettanti anni di esistenza.
Chiaramente questi spettacoli nascono per volontà e desiderio di appassionati che vogliono riproporli il più fedelmente possibile; spettacoli celebri che oramai potrebbero ritornare in vita solamente grazie alle cronache. Inutile stupirsi, quindi, se la risposta da parte del pubblico sia notevole.
Al contrario di tante altre band tributo, la storia dei The Musical Box inizia in Canada, a Montreal, un quarto di secolo fa, per riproporre uno dei più grossi miti del Progressive mondiale, quello dei britannici Genesis e la scelta del nome, come da tradizione, cade sul titolo di uno dei brani più famosi della band.Il bersaglio viene centrato in pieno e la storia di questa tribute band è fatta di continui tour mondiali sempre nuovi e fedeli agli originali, dove musica, effetti, suoni e costumi regalano emozioni legate al primo periodo della band originale.
I The Musical Box, non per nulla, sono l’unica band tributo riconosciuta dai Genesis, impegnata in continue tournée che ogni volta riscuotono un notevole interesse anche nel nostro paese.
E così, con questa nuova avventura dal titolo A Genesis Extravaganza vol. 2, per la prima volta fanno tappa nella nostra regione, con questo concerto nel capoluogo friulano al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, saggiamente organizzato da Azalea per la felicità degli appassionati e dei nostalgici.
In due ore e mezza di spettacolo, diviso in due parti (durante la pausa oltre al cambio palco sono stati regolati i volumi della voce che hanno decisamente fatto la differenza), i canadesi emuli dei nostri eroi hanno lasciato a bocca aperta il pubblico che in religioso silenzio ha seguito l’intera esibizione gustandosi una fedele riproposizione di quanto accadeva negli anni ’70, regalando un autentico ed emozionante salto nel passato.
Chissà in quanti tra i presenti avranno avuto la possibilità di vedere allora i veri Genesis e chissà in quale luogo. Chissà in quanti avranno ancora vivo il ricordo di quel concerto sfumato a
Trieste al Dancing Paradiso l’8 aprile del 1972, quando band e pubblico trovarono chiuse le porte del locale per motivi di ordine pubblico.
Ricordi di un tempo che saranno riemersi durante tutto lo spettacolo, con le esecuzioni dei sedici brani, dei quali ricordiamo The cinema show, Stagnation, Dance on a volcano, Down and out, Los endos e, ovviamente, The musical box posto a chiusura del secondo atto.
L’unico neo, un solo travestimento portato in scena dal cantante Denis Gagnè, presentando all’impaziente pubblico la donna volpe che appare sulla copertina del disco Foxtrot del 1972.
A parte questo, però, nessuno sarà ritornato a casa deluso.
Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste
Foto di Pietro Rizzato