TRIESTE – Non provare alcuna emozione durante una delle esibizioni di STOMP è praticamente impossibile.
Ci sono diversi fattori che fanno apprezzare questo spettacolo che in quasi trent’anni di vita ha collezionato premi, ha raggiunto record di incassi e vanta una serie di repliche che proseguono in tutto il mondo; anche in strutture che li ospitano stabilmente.
Quando si arriva a questo punto, come tutti gli spettacoli che acquisiscono una certa notorietà e richiesta, è necessario ampliare l’organico e STOMP attualmente è impegnato in una tournée mondiale con cinque compagnie composte da una dozzina di artisti di cui otto per volta salgono sul palco ad ogni replica.
L’originalità degli autori Luke Cresswell e Steve McNicholas (anch’essi performer) ha portato STOMP sino al connubio con alcuni celebri marchi per la realizzazione di sorprendenti spot televisivi.
Quattro i passaggi in totale a Trieste da quella prima volta avvenuta nel 1999 e di ritorno in città al Teatro Rossetti dopo alcuni anni di assenza (evento organizzato assieme a Terry Chegia), lo spettacolo fa il pienone ancora una volta confermando d’essere un’ottima scelta per l’inserimento in cartellone di una stagione artistica.
STOMP è avvincente perché rappresenta la quotidianità urbana messa in musica mediante oggetti di comune e quotidiano utilizzo.  Alla base di tutto troviamo il ritmo, i colpi, lo scandire del tempo. La prima forma di musica che ascoltiamo durante la nostra vita è proprio un battito, quello materno quando stiamo in grembo.
Sorprendono i performer che danno vita a questa rappresentazione artistica completa ed inimitabile dove danza, recitazione, musica e ritmica si uniscono in una sola forma.
La scenografia riporta ad un ambiente metropolitano dove ramazze, secchi di vernice, cartelli stradali, carrelli della spesa e fogli di giornale diventano protagonisti sulla scena dando vita ad un vero e proprio concerto. Ogni giorno potremmo assistere a performance di questo tipo. Quante volte, e non solo da bambini, abbiamo provato a percuotere qualche oggetto per fare musica anche solo per scherzare?
Le selezioni degli aspiranti stomper immagino siano veramente difficili, e altrettanto difficili devono essere da imparare le varie figure da eseguire in scena.
Se non hai il senso del ritmo non fa per te, se non sai ballare allora lascia stare. Scarponi pesanti ai piedi degli otto attori per un Tip-tap da marciapiede catramato scuotono il teatro che trema al rimbombo del loro pestare.
Acquai metallici da cucina che diventano drum set portatili, oppure accendini in perfetta sequenza non solo suonano ma creano un piacevole gioco di lieve illuminazione con le fioche fiammelle nella sala buia per il momento. E poi la bellissima coreografia con i bastoni oppure l’incantevole ed inaspettata melodia prodotta dai tubi di gomma percossi a dovere.
Il momento tanto atteso, quello più conosciuto di STOMP, è la sequenza ritmica dei bidoni metallici divisi in due squadre di pari elementi che sembrano sfidarsi sul palcoscenico mentre un bidone di plastica scandisce il tempo con un potente suono profondo.
La stessa scena è stata proposta nel pomeriggio del debutto in Piazza Unità davanti al palazzo del Comune. Una sorta di benvenuto con un bel numero di presenti.
Così anche quest’anno la stagione teatrale volge al termine. Nulla di meglio per il Teatro Rossetti per congedarsi dal proprio pubblico.

Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste

foto da www.ilrossetti.it