Sicuramente conoscerete la storia del vaso di Pandora e di cosa accade quando questo viene aperto.
Forse starò esagerando perché ora non stiamo a parlare di cose malvagie, ma nessun altro esempio mi viene in mente per poter descrivere la sensazione che ho provato durante l’ascolto dei dischi dei Franz Ferdinand, soprattutto per il primo e omonimo lavoro del 2004.
Per rendere chiaro il concetto del mio esempio, rimanendo in ambito musicale, ascoltandoli ho ritrovato suoni e riferimenti a diversi artisti o generi di svariati anni prima, e man mano che li riconoscevo, li catturavo e rimettevo dentro al vaso per facilitarmi nell’ascolto.
Inutile spiegare che non sto parlando di plagio o copiatura ma di ispirazione e percorso creativo.
Finalmente le stesse sensazioni con i Franz Ferdinand ho potuto provarle anche dal vivo, alla terza volta che li vedevo, la migliore di gran lunga rispetto le altre due e, se mi é concesso dirlo, era ora che questo concerto arrivasse.Sin da subito all’esibizione di Lignano Sabbiadoro, la band ha dimostrato di poter fare molto bene e divertire il pubblico senza dargli tregua, facendolo ballare per tutta la durate del set con una selezione di brani azzeccati e conosciuti da tutti.
Take me out, The dark of the matinée e Michael (da Franz Ferdinand del 2004), The fallen e Do you want to (da You Could Have It So Much Better del 2005), Stand on the horizon (da Right Thoughts, Right Words, Right Action del 2013) e Call girl e Save me from myself (da FFS del 2015, inaspettata collaborazione con la storica band americana degli Sparks), sono alcuni dei brani suonati prima di finire il set ordinario con Ulysses (da Tonight: Franz Ferdinand del 2009, forse il capitolo meno riuscito della band).
Dopo un’ora giusta di concerto, saluti finali e arrivederci davanti ad un pubblico caldo e soddisfatto sì, ma che avrebbe voluto ascoltare qualche brano di più come poi è stato con il consueto rientro sul palco.
Così con un lungo, ottimo e strabiliante bis iniziato con Outsider, suonata tra effetti luminosi, synth e Moog, l’Arena Alpe Adria si è riempita di atmosfera e feeling portando lo spettacolo al top, mentre This fire ha fatto ballare l’intero impianto sino alla fine senza lasciare nessuno deluso tra il pubblico.
Ancora una volta la nostra Regione ha avuto l’opportunità di ospitare grandi artisti e gli amanti dei concerti hanno fissato la bandierina sulla mappa come luogo dei grandi eventi. Spettacoli sapientemente selezioni e distribuiti sul territorio dagli organizzatori di Azalea.it, che non potevano scegliere un evento migliore per chiudere questa stagione sulla riviera lignanese.
Nessun dubbio, non si poteva finire meglio.
Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste
foto di Simone Di Luca