di Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste
Quante cose possono accadere, cambiare o scomparire in un quarto di secolo?
Venticinque anni sono tanti, sono una vita, possono sembrare un’eternità alle volte ma in certe situazioni la complicità che si crea tra ricordi, nostalgia e incredulità della leggenda vissuta sembrano accorciare il tempo.
Veramente in pochi oramai sono all’oscuro del passaggio dei Nirvana a Muggia nel novembre del 1991, e sono in tantissimi, tra quelli che lo sanno, che si mangiano le mani in quanto all’epoca, per svariati motivi, hanno marcato visita quella sera. Inutile piangere sul latte versato, indietro non si torna.
La serata commemorativa che il 16 novembre scorso ha celebrato, nel giorno esatto del venticinquesimo anniversario, lo storico concerto, ha regalato ben più di un concerto tributo, ma un resoconto dell’epoca raccontato, commentato e poi suonato in varie rivisitazioni.
La buona pensata dell’Associazione Trieste is Rock organizzatrice dell’evento, è stata quella di coinvolgere quante più persone avrebbero potuto dire la loro raccontando quanto stava musicalmente accadendo allora qui in zona, di come i Nirvana sono arrivati sino a noi e che cosa è successo in quel passaggio nella nostra provincia, mettendo in chiaro situazioni e diradando false nebbie alimentate dalla leggenda o assolute falsità operate dai soliti immancabili mitomani.Ecco quindi che la prima parte viene affidata alla professionalità di Elisa Russo che dal palco racconta, spiega e intervista l’organizzatore del concerto degli anni ’90, alternando i suoi interventi con le esibizioni di band locali come il duo Beat on Rotten Pilot, che a modo loro, interpretano brani della band americana.
A questo punto la platea è riscaldata a dovere ed è il momento di sferrare il colpo finale. Set unplugged e successivamente elettrico con musica ovviamente di Cobain-Grohl-Novoselic, chiudono la serata dove l’anagrafica riportata sulla carta d’identità non importa e coinvolge tutti, anche quelli che all’epoca nemmeno erano stati messi in progetto dai loro genitori.
Spazio allora a pacifiche invasioni di palco e stage diving, come la foto d’epoca in bianco e nero che girava on line a presentazione della serata.